San Gregorio Armeno, la strada del presepe napoletano
San Gregorio Armeno
Via San Gregorio Armeno è uno dei cardi o stenopoi per dirla alla greca, del centro storico napoletano, in quanto collega il Decumano Maggiore (via dei Tribunali), col Decumano Inferiore (via San Biagio dei Librai) meglio noto come Spaccanapoli.
E’ la strada simbolo dell’arte presepiale partenopea e soprattutto nel periodo dell’avvento è frequentatissima da turisti e non, che accorrono da ogni parte del globo.
La tradizione artigianale delle statuette, divenute poi “pastori”, è molto antica e ha origini pagane. In quella zona di Napoli infatti sorgeva un antico tempio dedicato a Cerere, dove gli abitanti di Neapolis portavano in dono statuette fabbricate artigianalmente nelle botteghe sorte intorno al tempio.
Si narra che successivamente laddove sorgeva il tempio, fu edificata l’attuale chiesa di San Gregorio Armeno con l’annesso monastero e il bellissimo chiostro. Il campanile del complesso monastico fa quasi da ponte in cima alla strada dei presepi, diventandone di fatto un vero e proprio simbolo.
L’attuale tradizione del presepe e dei pastori è invece legata al 700 napoletano e l’arte tramandata da padre in figlio perdura ancora oggi. Un’arte che da San Gregorio Armeno si espande nelle chiese, nei musei e soprattutto nelle case. A Natale il presepe è presente in tutte le case di Napoli e provincia, è un tradizione fondamentale. Non preparare un presepe a Natale è sintomo di scarso amore per la tradizione.
Ciò che contraddistingue il presepe del 700 napoletano rispetto ad altre tradizioni presepiali, è la presenza della vita quotidiana della Napoli che fu, ma spesso anche di quella attuale. La grotta di Betlemme è immersa nella vita partenopea, in tutti i suoi vizi e virtù. Proprio per questo, lungo San Gregorio Armeno, si trova una varietà di pastori che va oltre l’immaginabile e oltre la sfera del simbolo cristiano in sè. Sul presepe si trova il tarallaro, il pescivendolo, lo “scarparo” (il ciabattino), la capera (parrucchiera a domicilio) e addirittura personaggi contemporanei dello sport, della tv e della politica.
Una miriade di botteghe e di negozi espongono l’impensabile. Qui la fede si fonde all’arte e alla superstizione diventando napoletanità. Ecco allora pastori, riproduzioni di venditori ambulanti, corni, tamburelli e tante pregevoli manifatture.
Come arrivarci
San Gregorio Armeno è nel cuore del centro storico di Napoli e si può raggiungere facilmente a piedi (circa 10 minuti) da diverse fermate della metro.Le più vicine sono Cavour e Montesanto della vecchia linea2 o Museo, Dante e Università della nuova linea1. In ogni caso sia la stazione ferroviaria di piazza Garibaldi, sia quella marittima di Molo Beverello non sono poi così lontane. In auto sconsiglio di arrivare nei pressi del centro storico e di parcheggiare in zone limitrofe. Ci sono diversi parcheggi anche lungo le stazioni della metropolitana (zona collinare) con prezzi bassi e ottimi collegamenti col centro.
Quando andarci
Il periodo clou per visitare San Gregorio Armeno è sicuramente quello pre-natalizio, ma bisogna tener conto che è anche quello più affollato, soprattutto nel weekend, quando si rischia di non vedere praticamente nulla, facendosi trasportare dalla folla. Nelle prime settimane di dicembre si cammina seguendo sensi unici di marcia, essendoci davvero tanti turisti.
Il mio consiglio è quello di approfittare dei giorni infrasettimanali, magari a metà novembre o di una visita in periodi dell’anno meno frequentati. A San Gregorio Armeno troverete pastori e presepi anche ad agosto, come se fosse Natale tutto l’anno. Forse ciò che differenzia il periodo clou dal resto dell’anno è il fatto che nel primo, da inizio novembre a inizio gennaio, l’area di vendita dei pastori si allarga anche su Spaccanapoli e diventa molto più caratteristica.
Da non perdere
Sicuramente bisogna soffermarsi qualche minuto in tutte le botteghe. Anche se all’impatto sembrano tutte uguali, nel dettaglio ci si accorge che non è così.
Non perdersi soprattutto quelle dei grandi nomi come Ferrigno, Ferrara, Di Virgilio e Capuano, dove è possibile vedere artigiani all’opera sia nella creazione dei pastori, sia in quella dei presepi.
Non attenersi solo a via San Gregorio Armeno ma entrare anche negli stretti vicoli laterali e nell’atrio di alcuni edifici.
Infine vale la pena visitare il chiostro del monastero di San Gregorio e la chiesa di San Gennaro all’Olmo, posta laddove la strada incontra Spaccanapoli. Della stessa chiesa fa parte anche l’adiacente San Biagio Maggiore e proprio vicino a quest’ultima c’è la domus Ianuaria, cioè quella che per la tradizione napoletana è la casa natale di San Gennaro.
Dove alloggiare
Per chi visita San Gregorio Armeno vale ancora di più il consiglio che solitamente vale in generale per chi visita Napoli, cioè di alloggiare in uno dei tanti B&B del centro storico. Ce ne sono tanti incastonati tra i confini di via Duomo da un lato e via Toledo dall’altro.
Cosa mangiare
I turisti che passeggiano lungo la strada dei presepi non possono esimersi dal mangiare tantissime bontà partenopee, perchè ne sono platealmente circondati. In quella zona del centro storico ci sono alcune tra le migliori pizzerie e pasticcerie di Napoli. Abbondano fritture, babà e sfogliatelle e una sosta caffè è inevitabile.
Oltre San Gregorio Armeno
Se vi piace l’arte presepiale napoletana del 700 e volete vedere anche altro a riguardo, ci sono diverse possibilità.
Durante il periodo natalizio molte chiese del centro storico di Napoli allestiscono mostre del genere. Alcuni esempi sono la chiesa di San Severo al Pendino sita in via Duomo, la chiesa di Santa Marta all’incrocio tra Spaccanapoli e via San Sebastiano e qualche chiesa di via Toledo come San Nicola alla Carità.
Altra occasione è quella di visitare (in qualsiasi periodo dell’anno) il presepe Cuciniello alla certosa di San Martino, la più grande e alta espressione dell’arte presepiale del 700.
Infine, fuori Napoli, resta il presepe reale della Reggia di Caserta e altre mostre minori allestite anche nei paesi vesuviani dove in alcuni casi, l’arte dei figurinai, non ha nulla da invidiare a quella della città partenopea.
Buon Natale!