Tuscany Trail 2018, day#3: da Sambuca a Buonconvento
Da oggi il Tuscany Trail dovrebbe diventare meno faticoso o almeno così dicono…si parte da Sambuca con molta calma in un gruppo di cinque, noi quattro che abbiamo dormito nella veranda del ristorante ed un altro ragazzo che si aggiunge. Facciamo colazione in un bar a Sambuca, mangiando i soliti dolci a crema che probabilmente sono tipici della Toscana.
Siamo in tanti e ognuno ha il suo ritmo di pedalata e il suo carico diverso sulla bici. Da Sambuca c’è una salita di circa 8 km che porta a Tavernelle di Pesa lungo un tratto sterrato e già questa non riuscirà a tenere compatto il gruppo.
Dopo un paio di km io e l’altro ragazzo nuovo stacchiamo gli altri fino a non vederli più e finiamo per sorpassarci a vicenda più volte in tutta la giornata.
La salita è molto bella paesaggisticamente e abbastanza pedalabile senza sforzarsi troppo. Dopo i primi tornanti un animale con pochi balzi passa velocemente da un lato all’altro del sentiero, sembra sia stato un cerbiatto o qualcosa di molto simile. Tantissime invece sono le lepri e i porcospini.
Giunto a Tavernelle di Pesa inizia l’asfalto e si va in discesa, più o meno veloce per almeno 15km, raggiungendo in poco tempo la città di Ulignano. Mai in questo trail della Toscana, così tanti km nelle prime ore del mattino. La giornata promette molto bene.
Da Ulignano inizia la salita che porta a San Gimignano, una delle città simbolo del percorso e tra i borghi storici più belli della Toscana.
L’unico problema è la carica della power bank, aspetto che penso sia stato il più grande stress del mio Tuscany Trail. Con la batteria scarica non solo si rischia di non poter seguire la traccia, ma comincia ad essere un problema anche scattare una foto. Ho provato a ricaricarla nella notte al ristorante ma essendoci una sola presa, abbiamo attaccato tutti gli smartphone alla power bank quindi la mattina l’ho trovata più scarica della sera prima.
Proprio per questo ho sfruttato la sosta a San Gimignano per ricaricare un pò tutto. La salita verso il borgo è di circa 7km, molti dei quali su asfalto e solo in alcuni tratti la pendenza è alta.
Arrivato lì, lascio a caricare tutto in un negozio di souvenir, dove la signora molto gentile non mi fa alcun problema e per un’ora visito la città, approfittando per mangiare qualcosa.
Molto bella San Gimignano, tantissimi negozi di prodotti tipici e vino della Toscana. Ovviamente anche molto turistica e per mangiare me la cavo benissimo in un piccolo take away che prepara focacce farcite con salumi ad ottimo prezzo.
Intanto rivedo gli amici della notte precedente che arrivano al borgo mentre io sto andando via, non li vedrò più per il resto del Tuscany Trail. Ripresa batteria e smartphone al negozio, riparto da San Gimignano.
Sono appena le 12 e ho già percorso 40km, la giornata è quella giusta per macinarne parecchio. Anche perché dalla mappa non ci sono grosse salite. Un continuo sali-scendi tipico della Toscana, che oscilla tra i 100 e i 300 metri slm.
Prossima sosta dovrebbe essere Monteriggioni a poco più di 30km da San Gimignano. Il percorso lascia l’asfalto e continua su sterrato in un’immensa macchia verde di boschi. Non male considerando che a quest’ora il caldo è sempre molto forte.
Supero Campiglia e quando tutto sembra filare liscio come l’olio ecco che dal nulla arriva l’ennesimo contrattempo, di quelli che dal nervoso ti farebbero mandare all’aria l’intero evento.
In un punto del bosco la traccia non sembra chiara e mi dice di voltare a sinistra pur non vedendo nessun sentiero da seguire. Dopo qualche minuto a guardarmi intorno, capisco che devo infilarmi tra due cespugli superando un dosso di terreno. Spingo coi piedi la bici, senza scendere e come al solito il pedale mi sbatte sullo stinco della gamba sinistra. Una cosa che già sul cammino di Santiago mi ha continuamente fatto sentire le stelle, perché il pedale è spigoloso per aderire alla scarpa.
Mentre impreco come un matto dal dolore per il bernoccolo e il sangue che scorre dalla gamba, passo sullo stretto lato di una grossa pozzanghera di fango. La fortuna ha deciso che la ruota posteriore, per il peso delle borse, debba scivolare e finire nella pozzanghera. D’istinto poggio il piede sinistro a terra ma essendoci fango non fa altro che sprofondare, lasciando finire me e la bici in un fantastico tuffo laterale. Mi alzo continuando le mie imprecazioni che ormai vanno avanti da qualche minuto, alzo la bici e mi rendo conto che sono un mostro metà fango e metà uomo. Inutile provare a pulirsi, finirei per sporcarmi ancora di più. Mi rimetto a pedalare sperando che ci sia qualcosa più avanti per fermarmi e rimediare.
Per qualche centinaio di metri le ruote della bici sparano fango come una mitragliatrice, il mio piede sinistro sembra di argilla e il deragliatore è inguardabile. Psicologicamente sono cose che in quei momenti di stanchezza prendono a calci il morale, ma bisogna vedere il lato positivo della cosa…se anziché il fango ci fossero state pietre o un dirupo? Meglio sporco che rotto!
Quartaia è il primo paese che incontro e un signore mi indica dove posso trovare una fontana. Dio la benedica, quell’acqua è stata la mia salvezza.
Mi siedo proprio sotto l’acqua facendo cadere di dosso tutto il fango che da lì a breve si sarebbe asciugato e sarebbe stato un problema toglierlo via. Smonto le borse dalla bici e lavo anche quelle, infine acqua abbondante su tutto il meccanismo di pedalata, sui freni e ovunque ci sia fango abbondante.
Dopo un’ora di risciacqui io, bici e borse torniamo in uno stato di quasi decenza. Bisogna solo sperare nel sole che inizia a diventare incerto, perché in qualche modo bisogna asciugarsi.
Arrivo a Gracciano e mangio a volo un pezzo di focaccia al pomodoro per rimettermi in sesto. Mancano 10km a Monteriggioni. Bella da lontano quando si arriva, perché è un grazioso borgo arroccato in cima ad una collina. La salita per arrivarci è però un suicidio e bisogna spingere a mano la bici per qualche centinaio di metri.
Il borgo è composto principalmente da una piazza con qualche piccola stradina laterale. Al centro c’è un pozzo, un museo delle armi medievali e una chiesa. Fa molto caldo e una sosta per un frappè di frutta ci sta benissimo.
Considerata la cena abbondante della sera precedente, la notte di buon sonno e i continui e brevi pasti della giornata, posso sicuramente dire che questo è il giorno in cui sto meglio, anche in termini di forma fisica. A favore gioca anche l’abitudine. Come già mi è accaduto sul cammino di Santiago, dal terzo giorno il fatto di dover passare l’intera giornata in bici diventa un qualcosa di normale e sembra pesare di meno…si entra in una sorta di routine quotidiana.
Passata Monteriggioni l’obiettivo è Siena, per raggiungere la quale mancano poco più di 10km. Sono abbastanza entusiasta perchè Siena è l’unica provincia della Toscana in cui non sono mai stato e non vedo l’ora di visitarla.
La strada tende a salire e gli ultimi km sono su asfalto. Alle porte della città faccio rifornimento da un fruttivendolo, potrà servire in serata.
Superata la porta della città si continua a piedi perchè nel centro è vietato pedalare. Attraverso tutta via Banchi di Sopra e arrivo a piazza del Campo. Che spettacolo!
Mi siedo ad ammirare la piazza, bevendo la Kbirr Natavot che ho con me. Una foto alla birra artigianale partenopea in piazza del Campo non può mancare!
Sono le 17 e da un lato vorrei continuare per pedalare altri km, dall’altro vorrei fermarmi qui e poi trovare un accampamento fuori la città. Medio le due cose e mi trattengo a visitare la città fino alle 18, guardandomi intorno e scattando innumerevoli foto.
Alle 18 parto da Siena che in pochissime centianaia di metri lascia posto alla campagna. Iniziano le colline senesi e penso sia uno dei paesaggi più belli che abbia mai visto in vita mia.
Il sole basso illumina tutti i campi che diventano d’oro. La strada per quasi 10km è in discesa e su asfalto, quindi mi lascia ammirare tutto in una bellissima rilassante pedalata toscana.
Dopo la discesa inizia il tratto della Francigena, che in generale ricopre gran parte del Tuscany Trail. Forse da qui in poi però si iniziano davvero a vedere di tanto in tanto i pellegrini e sembra di essere tornato sui sentieri del Camino Francés.
In particolari al colle Maramerenda, pochi km prima di Radi, iniziano le strade bianche, quelle percorse dall’Eroica, il famoso evento ciclistico percorso da bici d’epoca. Una bellissima sensazione emozionale per chi ama questo sport, chissà quante volte avrò visto quelle strade in tv o nelle foto, con la polvere bianca che si alza al passaggio dei ciclisti.
Sulle strade bianche si procede a velocità costante, qualche rallentamento solo in qualche tratto che sale, ma si tratta di poche centinaia di metri. Un po’ di vera salita è a Vescovado e si è a circa 12km da Buonconvento, il probabile stop di questa terza tappa.
Gli ultimi 8 km sono tutti in discesa su asfalto e bastano pochi minuti per raggiungere il borgo della Toscana che fa da porta della Val d’Orcia.
Entrando in paese ci sono tanti partecipanti del Tuscany Trail. Durante il giorno chi va più veloce, chi si ferma, chi non si vede più, poi alla fine sembra come se ci fossimo messi d’accordo per il finale e ci si vede in molti negli stessi luoghi. E allora eccoli qui tutti, romani, piemontesi, lombardi, veneti, pugliesi, nel loro groviglio di dialetti davanti ad una birra.
La varietà di dialetti italiani insieme ai tanti stranieri che prendono parte all’evento, creano una vera e propria babilonia di lingue che diventano nell’insieme una simpatia unica.
Buonconvento è uno di quei luoghi che non hai mai visto nemmeno su google maps, ma conferma il suo essere uno dei borghi più belli d’Italia. Rispetto agli altri borghi visitati, questo è in pianura ed è circondato da colline.
Passo davanti ad un bar pieno di ciclisti del Tuscany e chiedo ad alta voce “dove si mangia stasera?!?”…mi rispondono all’unisono “da Mario!”. E vabbè direi che stasera questo “Mario” mi sta benissimo. Sono le 20 e trovo quest’osteria lungo una delle strade principali del paese. Chiedo subito se è possibile ricaricare un po’ di cose, nel frattempo che mi fermo a mangiare e subito si rendono disponibili.
Senza pensarci due volte, voglio assaggiare questi famosi Pici, cioè un tipo di pasta fatta in casa tipica della Toscana e in particolar modo della Val d’Orcia. Sarà la fame, la stanchezza o la reale bontà, li divoro in un attimo e continuo ad ordinare il resto tra carne, insalata e sfizi vari. Va via anche già mezza bottiglia di Chianti e il tempo trascorso a tavola.
Alle 22 un forte acquazzone vien giù costringendo al riparo le persone che stanno cenando all’aperto. Tra loro molti visi noti del Tuscany Trail. Mettersi a cercare un luogo per accamparsi in quelle campagne allagate diventa un grosso problema e allo stesso tempo anche una camera in un B&B è un terno al lotto visto che tanti hanno subito prenotato a causa del meteo.
Fortunatamente ogni tanto un po’ di fortuna e uno dei ragazzi con i quali ho fatto colazione a Sambuca mi dice che ha prenotato camera all’albergo in piazza ed essendoci un altro letto forse potrei aggiungermi lì. Chiamo l’albergo ed è tutto confermato…stasera si dorme al coperto sperando che domani il tempo possa migliorare, anche perché ci aspetta la fantastica Val d’Orcia.