Tuscany Trail 2018, day#1: da Massa a Vinci
Eccoci al giorno dei giorni per chi, dallo scorso inverno, sta spazientendo sulla propria bici, gli allenamenti e i dettagli del percorso per partecipare al meglio a questa edizione 2018 del Tuscany Trail.
Sveglia alle 5.30. In tenda non si è dormito male, ma all’esterno è completamente bagnata dall’umidità. Pian piano tutti iniziano ad alzarsi, chi uscendo dalla tenda, chi dal sacco a pelo sugli spalti, chi dal bivacco.
Al centro sportivo di Massa è possibile anche far colazione e quindi partire per piazza Mercurio, a due km di distanza, dove tutto avrà inizio.
Alle 8 da piazza Aranci a piazza Mercurio è un mare di biciclette…sono tutti lì i 756 partecipanti di quest’anno.
La varietà è il vero spettacolo in piazza e probabilmente dell’intero Tuscany Trail. Le bici, dalle gravel alle mtb full o front, le cross, quelle da cicloturismo, ma anche qualche tandem ed ebike, senza parlare dei ciclisti, da chi indossa un completo molto tecnico e curato a chi è in bermuda e camicia a quadroni, chi ha scarpe con l’attacco ai pedali e chi invece dei sandali. Infine c’è il bagaglio che mette in chiaro sicuramente come ognuno vorrà affrontare questa avventura. I velocisti che puntano a chiudere in massimo due giorni hanno a stento un borsello, come se stessero iniziando il giro della domenica mattina, poi c’è chi ha le borse da cicloturismo, chi ha utilizzato il bikepacking e chi si è ingegnato in modi assurdi, tipo una cassa di legno su un portapacchi, lo zaino in spalla o anche il carrello posteriore.
Nessuno è migliore dell’altro, ognuno vivrà come vuole e come meglio crede l’evento impiegandoci il tempo che preferisce e spostandosi alla velocità che gli sta bene.
Intanto si parte tra gli applausi e le grida degli abitanti di Massa. Nei primi km si è sulle strade asfaltate che portano fuori città e si procede per lo più in pianura, poi la città lascia spazio alla campagna e le zone rurali e dopo Pietrasanta e Camaiore inizia la prima vera salita del Tuscany Trail, che porta fino a Pedona e dopo un’altra decina di km a Montignano.
Ciò che contraddistingue la zona, sono i paesaggi stupendi sulla vallata e sul lago di Massaciuccoli. Non sono rare le brevi soste fotografiche, che non termineranno mai per tutto il Tuscany Trail o almeno così sarà per chi non punta alla corsa verso Capalbio.
In questa prima mattinata, ma direi per tutto il primo giorno, ho utilizzato davvero poco l’app per guardare la traccia del GPS. Siamo sempre in gruppo e quindi si può seguire tranquillamente gli altri…difficile che tutti sbaglino e quindi ci si può fidare.
Il gruppo resta abbastanza compatto fino a quota 400m dopo Montignano, poi la lunga discesa verso ponte San Pietro e il rettilineo ciclabile immerso nella natura lungo il fiume Serchio, dividono un po’ i ciclisti, ma solo la città di Lucca riesce davvero a creare distanze di decine di km tra i partecipanti. Non è così semplice scompattare del tutto 756 ciclisti.
A Lucca si iniziano anche a capire le intenzioni di ognuno…c’è chi attraversa la città solo lungo il percorso del Tuscany Trail, chi invece lascia momentaneamente il percorso per visitare la città, chi si ferma a mangiare e chi si concede la pernichella all’ombra nel verde delle mura.
Io non ho fatto pernichella (anche se sarebbe stato molto meglio), ma mi sono fermato in città per circa 3 ore, visitandola, mangiando un buon panino ad un chioschetto e sedendomi nell’erba delle mura. Una città piccola ma stupenda, è la seconda volta che la visito e mi ha convinto ancora di più della sua bellezza.
Intanto fino a Lucca sono stati percorsi i primi 55km del Tuscany Trail e nonostante le due salite, mi sento piuttosto bene. L’obiettivo entro la sera è Firenze, che dista 92 km da Lucca, ma essendo già le 15.30 e trattandosi quasi al 100% di sterrato, diventa abbastanza improponibile, quindi si prosegue e ci si ferma laddove si arriva stanchi o al buio.
I successivi 40 km sono tutti in pianura, dove per “pianura” in Toscana significa comunque un continuo sali-scendi che pero’ in tal caso è abbastanza leggero in termini di altimetria. Uscito da Lucca mi ritrovo da solo con altri tre ciclisti e con uno di loro sarò fino a fine tappa.
Il suo nome è Manuel e mi è stato tremendamente d’aiuto stare con lui, soprattutto quando sotto il sole forte lo smartphone chiuso nella pellicola trasparente del borsello è andato in protezione per surriscaldamento e quindi mi è stato impossibile visualizzare la traccia da seguire per circa mezz’ora. Quindi primo problema dell’uso dello smartphone per seguire la traccia e non abbiamo nemmeno iniziato!
Il passaggio accanto all’acquedotto del Nottolini è a dir poco stupendo ed è anche un ottimo riparo dal sole che è diventato tremendamente caldo a quell’ora.
A seguire ci sono oltre 10 km di immersione nella natura sulle sponde del lago della Gherardesca. Si pedala abbastanza speditamente perchè lo sterrato è pietrisco ed erba, quindi poche difficoltà a parte il sole e occhio alle frenate.
Dopo Lucca il primo stop è nel comune di Staffoli, dove troviamo tanti ciclisti, una fontana e un bar, le tre cose saranno un must di tutto il Tuscany Trail, soprattutto per contraddistinguere il gruppo di quelli “mi voglio godere questo Tuscany” e quindi ogni occasione sarà buona per fermarsi a bere, mangiare qualcosa o farsi due risate in compagnia.
Mangio un dolce, borracce riempite e testa sotto l’acqua per rinfrescarmi…si riparte per raggiungere cosa, non si sa, resta ancora il dubbio sulla destinazione del giorno.
Dopo Staffoli si sale, qualche piccolo strappo ma niente di abissale, il problema sono le 8 ore di sonno in due giorni che cominciano a farsi sentire e più che stanco per la pedalata mi sento tremendamente assonnato, me ne rendo conto dai brividi che sento nonostante il caldo, mi conosco abbastanza per saperne il motivo.
Dopo Fucecchio, siamo (io e il mio nuovo amico) al 95esimo km del giorno, sono le 18 inoltrate e Firenze a 50km di distanza diventa utopia, soprattutto quando una tremenda salita ci costringe ad un altro stop per mangiare e bere qualcosa.
Da lì fino a Vinci è un susseguersi di sali-scendi che terminano proprio nella città di Vinci, dove la parola “scendi” va via e resta un tremendo “sali” in un fitto bosco. Siamo costretti a scendere dalla bici graffiandoci tra i rovi e diventando un buon boccone per le zanzare (avevo messo anche il repellente, ma nulla). Ultimo sforzo sono le gradinate interne per raggiungere la città, quindi bici in spalla e dispendio delle ultime forze rimaste…in questi momenti ho pensato a quanto potesse pesare la bici.
Proprio dove terminano le gradinate del paese c’è un bar e ci fermiamo a bere qualcosa. Un succo di frutta costa 2…ehm 3€, il tentennamento del barista rende chiaro che approfitta della situazione, ma non ho voglia di litigare. La proprietaria, nonostante un perfetto dialetto fiorentino, finisce per rivelarmi la propria origine partenopea con un “guagliò song ro buver” (antico quartiere di Napoli tra porta Capuana e piazza Carlo III). In questi casi il discorso continua in dialetto e diventa colloquiale, quasi come se ci conoscessimo da secoli.
La signora, in modo molto materno, mi dice di non continuare a pedalare dopo Vinci, perché la salità è lunga e solitaria, da evitare a pochi minuti dal tramonto…sarei rimasto in ogni caso da solo perché ormai tutti, stremati ed affamati, sono decisi a fermarsi lì e quindi finisco anche io per “accontentarmi” di quei 110km.
Intanto un bambino da vero e proprio business man, chiede a tutti i ciclisti fermi al bar dove dormire stanotte, perchè il papà ha un appartamento vuoto e un giardino da concedere per la notte. Tutti approfittiamo e chi in sacco, chi in tenda, troviamo dove trascorrere questa prima notte di Tuscany Trail.
Prima del desiderato riposo faccio una passeggiata in solitaria a piedi per Vinci. Il borgo è curato e autentico. Ovviamente tutto parla di Leonardo e il museo è lì nel centro del borgo. Finisco per fermarmi ad un bar/gelateria che mi prepara la più orrenda crepe con prosciutto e formaggio che abbia mai assaggiato. Dopodichè per riposarmi un po’ mi fermo ad una panchina alla luce di un lampione a leggere il libro che mi ha donato per il viaggio la casa editrice Nuvole di Ardesia. Il titolo è “Binario 18” e racconta di un ragazzo che abbandona la sua vita fatta di costrizioni e di corsi di studio non desiderati e imposti dalla sua famiglia, per partire da solo in treno alla volta di Parigi e avverare il proprio sogno di dedicarsi al cinema.
Dopo qualche decina di minuti a leggere, nonostante l’interessante racconto, il silenzio serale di quel tranquillo paese mi porta a dormire nel sacco a pelo senza nemmeno più sentire i due tedeschi che fanno baldoria con le loro birre.
Per oggi va bene così…il Tuscany Trail ha messo subito in chiaro che qui i programmi non esistono e ogni giorno verrà affrontato così come si presenta, con i suoi panorami, i suoi sentieri, le salite e le avversità. Sembrava un tranquillo trail tra le campagne, ma inizia a farci intendere che non sarà per niente tale e la strada da fare è ancora lunga e difficoltosa