Day#13: da Santiago all’oceano. Muxia e Finisterre.
Un’altra notte nell’ostello Roots&Boots. Sveglia alle 6.30 per l’ultima pedalata di questo viaggio. Piove a dirotto su Santiago, ma questo già ce lo aspettavamo. Ore 8.30 siamo fuori con le bici poco cariche, infatti dovendo pernottare ancora una notte lì, abbiamo lasciato i bagagli portandoci solo lo stretto necessario, che potrebbe essere molto poco se non fosse per la pioggia che ci costringe a portarci un ricambio fino a Muxia e Finisterre. Questa volta buste di plastica tra calzino e scarpa e tra testa e casco, in più completo di ricambio imbustato prima di inserirlo bell’unica borsa che monto al portapacchi.
L’itinerario sarà Santiago – Muxìa, dove finisce il cammino Jacobeo e poi Muxìa – Cabo de Fisterra, dove c’è la fine della terra medievale e il km 0 del cammino francese. Il ritorno col bus delle 19 da Fisterra a Santiago.
Percorriamo la carretera in direzione Negreira, dove ci fermiamo a fare uno spuntino veloce. Poi si continua in direzione nord ovest, attraversando i paesi di Villacoba, Antes, Bainas. Tra Santiago e Muxìa sono quasi 80km ma trattandosi di asfalto non sono così problematici. Becchiamo in ogni caso brutto tempo soprattutto nei primi 50km, dove spesso raffiche di vento e pioggia danno un bel po’ di fastidio nel pedalare.
Non è mancato qualche minuto di sole e qualche strappetto in salita, soprattutto nell’ultima parte.
Inutile dire che i paesaggi di campagna anche qui sono veramente belli e spesso ci si ferma per scattare una foto.
Sono circa le 13.30 quando il mare spunta sull’orizzonte alle spalle del paesaggio collinare. Sembra quasi un miraggio.
Dopo una decina di minuti la lunga discesa ci porta sulla costa atlantica, dove si accede al borgo marinaro di Muxìa.
Consumiamo un ottimo pranzo galiziano in una locanda sul lungomare, ad un prezzo quasi gratuito.
Raggiungiamo o meglio vorremmo raggiungere, la chiesa di Santa Maria de la Barca, riaperta dopo l’incendio del 2013 e cerchiamo di capire dove ritirare il certificato Jacobeo, purtroppo sbagliamo chiesa (tra l’altro chiusa) perché poco prima ce n’è un’altra sempre sul mare e credevamo fosse quella. Dopo varie domande ai locali, finalmente qualcuno (non locale) ci dice che si può ritirare in un qualsiasi albergue mostrando la credenziale del cammino.
Sono quasi le 16 quando lasciamo Muxìa per raggiungere Fisterra. Dobbiamo percorrere velocemente i 30km che restano per poter raggiungere Capo di Finisterre e ritirare anche lì la certificazione della Fin do mundo, entro le 19, orario in cui parte il bus del ritorno.
Fortunatamente pedaliamo con una buona media e poco prima delle 18 siamo a Fisterra. Interessante la città di Cee e la spiaggia di Escaselas, delle famose conchiglie simbolo del cammino. Arrivati a Fisterra, veloce informazione su dove parte il bus e poi su verso il promontorio dove è il faro e il km 0.
Cabo de Finisterre è un posto spettacolare, come del resto tutta la costa che abbiamo visto per raggiungerlo. Si affaccia a strapiombo sull’oceano e la struttura che ospita il faro è proprio sulla punta.
Lungo il sentiero che porta verso il faro, i pellegrini a piedi percorrono gli ultimi metri dopo circa 40 giorni di cammino.
L’atmosfera sul promontorio è quella del cammino finito, sensazione che non si ha del tutto a Santiago, ma è profonda tra Muxia e Finisterre. Una volta raggiunto il segno con l’indicazione km 0, sembra quasi di sentirsi smarriti, c’è la gioia del raggiungimento ma anche un po’ il vuoto di qualcosa che finisce lì, perché è il paesaggio stesso che termina in quel posto…oltre c’è solo il mare. Questo forse è ciò che cambia rispetto a Santiago. Quando arrivi in piazza dell’Obradoiro dove c’è la cattedrale, continui, ci giri intorno, imbocchi uno dei tanti vicoli del centro storico, poi ci ritorni. A Capo Finisterre non si va oltre, puoi solo tornare indietro, non solo la mente ma anche il luogo impone che sia la fine. Senza tralasciare che guardare l’oceano mettendosi per un attimo nei panni di un antico pellegrino, pensando che lì finisse la terra, è davvero emozionante.
Di fianco al faro c’è una croce che affaccia direttamente sul mare. È il luogo dove il pellegrino può bruciare i propri abiti, come si faceva nel Medioevo, o lasciare qualcosa di personale. Approfitto di una scarpa in fiamme per bruciare la maglia del mio cammino legata a quella di mio nonno buon anima.
La sosta sul promontorio si conclude presto: timbro all’ufficio del faro e poi giù per i 3km di discesa che conducono alla fermata del bus. Fortunatamente l’ufficio per ritirare il certificato è proprio lì vicino e facciamo giusto in tempo.
Il ritorno verso Santiago è lungo e rilassante, nel bus di 50 posti siamo al massimo in 10 persone e forse solo noi arriviamo fino a Santiago. Alle 22.30 siamo nuovamente all’ostello…dopo l’avventura tra Muxia e Finisterre, domani ultimo giorno da turisti a Santiago prima del ritorno a casa.