Atene, impressioni personali di un turista
Nessuna scelta pensata, il mio viaggio ad Atene è solo frutto di una ricerca sul sito easyjet del volo a/r a più basso costo da Napoli, che mi permettesse di trascorrere il compleanno all’estero. Non c’ero mai stato e a pensarci ora, considerato quanto mi sia piaciuta, forse me ne vergogno anche. Non si può lasciare una città così interessante, unica nel suo genere e a poco più di un’ora di aereo, in sospeso per così tanto tempo.
L’arrivo nel nuovo aeroporto a 40km dal centro di Atene, non ha nulla da invidiare ad altri aeroporti europei, sicuramente la sua costruzione recente che risale al 2001 non poteva certo presentare un aeroporto fatiscente, ma la possibilità di poter prendere subito la metro attraversando solo la strada all’uscita, non è per niente male.
Ognuno uscirà dalla metro dove gli pare o meglio dove gli serve, in base al pernottamento. A me è toccata la fermata di piazza Monastiraki, della quale sapevo solo essere la più vicina all’albergo, ma poi diventata simbolo dell’intera visita ad Atene. Quei fatti che qualsiasi cosa farai e ovunque dovrai andare, penserai sempre “dove si trova rispetto a Monastiraki?”
Uscito dalla metro mi è sembrato di essere in un paese turistico del sud Italia: vendita di frutta e verdura, souvenir e ristoranti tipici con tavoli all’aperto in strada, inebriante odore di cipolla nell’aria. Ma siamo sicuri che sia una capitale??? Per ora chissenefrega! Fa caldo, ho fame e tutto quel soulaki è invitante e convincente.
A pancia piena si ragiona meglio e allora cerchi di capire la strada per l’albergo guardando il navigatore di google maps (Dio benedica il roaming free!), che finché non ti muovi per almeno 10 metri in linea retta, ti mostra una freccia ignorante che ruota su se stessa prima di indicare la direzione del passo.
La strada da percorrere si chiama Athinas e da Monastiraki conduce a piazza Omonia, quella in cui si dovrebbe evitare di andarci perchè pericolosa, così come molti vicoletti ai lati di via Athinas, soprattutto quelli che portano a sinistra nel quartiere Psiri…vero che bisogna informarsi prima di partire, ma a volte anche il non dare ascolto non sarebbe una cattiva idea!
La scelta di pernottare nei dintorni di via Athinas, nel bel mezzo del mercato centrale, non è stata semplice a causa di queste dicerie, ma alla fine si è rivelata un vero successo. E’ vero che la mattina alle 6 c’è un caos solito di un mercato, con un odore di spezie che senza farsi problemi arriva alla finestra del secondo piano, ma volete mettere il gustarsi un pò di vera vita della popolazione locale?
Come i bambini quando gli dici che in quel posto non si va, succede che valigia in camera, si scende e…piazza Omonia!
Qui sì che il paese sembra una vera e propria metropoli. Traffico, via-vai di persone locali, il tizio in giacca con la 24ore, il mendicante, l’operaio, il tossicodipendente, la mamma con i bambini che tornano da scuola e il barbone sul marciapiedi…non manca nulla.
Sugli stessi marciapiedi si notano saracinesche abbassate di negozi chiusi, scritte di protesta sui muri e non manca qualche pattugliamento antisommossa, soprattutto fuori al Museo Archeologico. Non si può negare che la tragedia economica di qualche anno fa si nota eccome, ma allo stesso tempo sembra tanta la voglia di andare avanti e cercare di superarla. Atene è tutt’altro che una città spenta.
Poi si esce dal finto spacciarsi per locale, che poco funziona con una reflex in spalla e si torna a fare il turista, nella zona per turisti, quella in cui come provi ad alzare la testa vedi quelle colonne in cima ad una collina immersa nel verde, che da circa 2500 anni chiamano Acropoli, o meglio Akropolis, che oltre ad essere il nome greco che indica la parte alta della città, fa anche molto figo tra i turisti in coda per comprare il biglietto.
Quando la vedi per la prima volta da Monastiraki (c’è chi l’avrà vista altrove ma s’è capito che per me Monastiraki è l’inizio di tutte le cose!) va di pensare “ma come ci arrivo là sopra?“. Non per pigrizia, ma la zona alta più che in collina sembra essere su una grande roccia circondata da strapiombo, come se servisse una funivia o un’arrampicata per salirci.
In verità la salita c’è ma non è così drammatica, soprattutto dopo che gli ateniesi si sono inventati la Plaka. Cos’è la Plaka? Non è un quartiere caratteristico, molto di più! Nella Plaka si fa in modo che il turista che si appresta a salire verso l’Acropoli, venga distratto da locali e ristorantini tipici che si fanno spazio con panche e tavoli poggiati sulle gradinate. Allora il turista prima sale qualche gradino, poi si ferma e si guarda intorno, poi si scatta il selfie, poi sale un altro pò e guarda all’interno del bar, magari si riferma e fa colazione, poi accarezza uno dei tantissimi gattini che affollano l’intera città e così via.
Morale della favola, senza rendersi conto della scalata si ritrova a pochi passi dalla biglietteria e paradossalmente finisce per lamentarsi della leggera strada in salita senza rendersi conto che la sua stanchezza è dovuta al tratto precedente.
Ma la lamentela svanisce presto quando a pochi passi dalla biglietteria si nota un bel pò di gente che sale e scende da una roccia segnalata come Aeropago. Un posto dove sei convinto di salirci solo una volta e invece sembra che ogni giorno ad Atene ti ritrovi là, al mattino o al tramonto, con la possibilità di finire a terra dopo essere scivolato su quelle pietre marmoree. Sull’Aeropago si sale o con performanti scarpe da trekking o con le pantofole antiscivolo delle casalinghe, altrimenti si scivola.
E poi c’è l’ingresso all’Acropoli, qualcosa che farebbe innamorare della storia greca anche chi non se n’è mai fregato. Quei fatti che quando allo sportello la tizia ti chiede più del doppio di quanto credevi si pagasse, tu annuisci come per dire “chiedimi quello che vuoi basta che mi lasci entrare“.
Quel piccolo Atena Nike che ti fa salire gli alti gradoni a testa in su, l’accesso attraverso i propilei che sa quasi di trionfale, la vista delle Cariatidi sull’Eretteo e i teatri di Erode Attico ancora utilizzato e quello di Dionisio, terribilmente grande.
Volete sapere del Partenone? Sono domande che si fanno???
Una passeggiata di puro godimento storico che raggiunge l’apoteosi nel Museo dell’Acropoli, che finirà per mettervi a posto tutti i pensieri, le ipotesi e le domande che vi son venute in mente sulla collina.
Intanto si torna giù e c’è l’Agorà della città antica, con la fantastica Stoà all’ingresso e il tempio di Efesto, conservatosi così bene che sembra più recente di casa mia. A proposito, da lì la più bella cartolina fotografica dell’Acropoli.
Da un’Agorà all’altra il passo è breve e ci si ritrova all’ingresso di quella Romana, con accanto la Biblioteca di Adriano, tutto lì a portata di brevi passeggiate, tra banchi di frutta, souvenir e venditori ambulanti che sembrano l’intermezzo pubblicitario durante una puntata di Ulisse.
Un break più lungo per chi ama andare all’estero per poi trovarsi davanti alle vetrine delle griffe italiane, lo regala la shopping walk su Ermou, che sfocia davanti alla maestosità di piazza Sintagma, dove il palazzo parlamentare, con tanto di tomba del milite ignoto, vi propone il cambio della guardia.
Ma si può andare oltre la piazza e ritrovarsi nella tranquillità dei giardini nazionali fino al grande stadio Panatinaico. Quel marmo sprigiona aria sportiva da 2500 anni, dalle Panatenaiche alle prime Olimpiadi moderne, ma noi italiani se chiudiamo gli occhi, vediamo l’arrivo trionfante di Stefano Baldini alla maratona delle olimpiadi 2004.
Tra un luogo e l’altro c’è il cibo, tanto cibo…così tanto, così buono e soprattutto così economico, che al confronto su una nave da crociera si soffre la fame. Dalla Plaka a Monastiraki è una distesa di tavoli apparecchiati con le tovaglie a quadretti, che già così da sole fanno venire fame. Ma anche tanto street food con la pita gyros che la fa da protagonista, accompagnata da dolcetti al miele, gelati, frullati e frappé, in particolare quello al caffè che è nelle mani di tutti per strada. Com’è? Quante domande! Va provato, poi se è buono o meno problemi dei greci, noi siamo di passaggio.
Per quel botto d’arte senza legami archeologici, ma fulcro della protesta anarchica e non solo, si va in scoperta di Exarchia. Non è l’unico luogo dove trovare murales, ma è senz’altro il quartiere dove i murales superano in numero gatti e soulaki e credetemi ad Atene non è così tanto semplice.
E poi quando arriva “ed è subito sera” la scelta diventa dura…facciamo i turisti tra i ristorantini di via Adrianou? Ci accomodiamo ai bar e locali di Psiri con narghilè e cocktail? O raggiungiamo la nightlife di Gazi? Scelta difficile…per questo motivo ad Atene bisogna starci almeno 3 sere!
E voi? Ci siete stati ad Atene? Che impressioni avete della città?