Visitare le Florida Keys
Immaginate un susseguirsi di migliaia di isole che, una dietro l’altra, si spingono nel cuore del mar dei Caraibi. Poi immaginate di collegare queste isole con dei ponti sospesi sul mare e immaginate ancora di poterle attraversare tutte passando da un’isola all’altra fino a raggiungere l’ultima, dopo quasi 300 km di alternanza palme-mare.
Ora lasciate perdere l’immaginazione, perché tutto questo esiste lungo la Overseas Highway e prende il nome Florida Keys!
Le Keys a mio parere sono una visita, o meglio chiamarla “esperienza”, d’obbligo per chi visita la Florida, al pari di Miami (di cui vi parlo qui) o dell’Everglades National Park (di cui trovate info dettagliate qui e qui).
Partire dalla trafficata Miami e ritrovarsi pian piano a guidare col mar dei Caraibi a destra e a sinistra è qualcosa che va oltre l’immaginazione umana e vi lascerà un ricordo indelebile quando tornerete a casa.
Dove dormire?
Considerato il traffico onnipresente a Miami, che vi farebbe perder tempo in partenza, vi consiglio di soggiornare la sera prima nella vicina Florida City o ad Homestead. Luoghi molto comodi anche perché vicini ad uno degli accessi alle Everglades.
Lì troverete tantissimi motel a prezzi bassi e con gli usuali servizi, quindi bagno in camera, colazione abbondante, acqua e ghiaccio e talvolta anche piscina. Sarà anche un modo per gustarsi l’atmosfera on the road riservata a chi ha l’onore e la fortuna di viaggiare in auto negli Stati Uniti. (Nella mia esperienza del 2015 ho pernottato al Fairway Inn posto proprio sulla US1, soddisfatto della scelta).
Per quanto riguarda invece il pernottamento a Key West, luogo d’arrivo del percorso, i prezzi sono sicuramente più alti ma nulla di spaventoso. Il mio consiglio è di pernottare almeno una notte, meglio ancora se due, perché andare e tornare nello stesso giorno sarà solo una corsa inutile.
Io ho dormito all’Eden House, un tipico albergo in stile casa coloniale, zona centralissima, tutto in legno, parcheggio auto e piscina. La tipicità della struttura gli ha fatto guadagnare le prime posizione nella mia classifica personale dei posti più belli dove abbia mai soggiornato.
Il Percorso
Visitare le Keys non significa mettersi in auto, partire e spararsi 200 km no-stop fino a raggiungere Key West. Il percorso va gustato, bisogna fermarsi innumerevoli volte, perché ogni isola ha qualcosa da mostrarvi e questo qualcosa non sempre è visibile dalla US1, cioè dalla strada principale.
L’inizio delle Keys può definirsi la baia di Manatee, a circa 40km da Homestead. Qui si lascia la penisola della Florida per attraversare il primo ponte che conduce all’isola di Key Largo, la più grande delle Keys.
Lo spettacolo inizialmente non è ancora molto chiaro, perché la zona delle Upper Keys è difatti legata alle Everglades e quindi il paesaggio ai lati della strada è pressochè paludoso e ricco di mangrovie.
A Key Largo sono due le possibili soste: il Key Largo Hammock Botanical State Park e il John Pennekamp Coral Reef State Park.
Il primo permette escursioni lungo percorsi naturali e nel secondo invece si tengono visite guidate in barca, kayak, snorkeling e diving. Entrambi stupendi, ben tenuti e molto interessanti per gli amanti della natura. A dover fare una scelta, magari il primo si può saltare se avete già visitato l’Everlgades NP.
Superata Key Largo si attraversa Plantation Key e si giunge a Islamorada island, che è quasi l’allungamento della prima, perché il ponte che le separa è abbastanza corto. Qui c’è un piccolo parco sui coralli fossili e poi il museo della Storia del Diving.
In questa zona appartenente ancora alle Upper Keys, si iniziano a vedere piccoli ristorantini e mercatini di sea food legati a suggestivi porticcioli.
Islamorada è molto stretta ma non si ha ancora la percezione del paesaggio sul mare perchè la strada ai bordi è ricca di verde e di mangrovie, che oscurano la vista.
E’ nella zona sud dell’isola, lungo il ponte che collega upper e lower Matekumbe Key, che si inizia a percepire ciò che da ora in poi si mostrerà agli occhi di chi percorre la US1. Prima del ponte troverete anche un memoriale che ricorda l’uragano del 1935, ricordato in USA come il Labor Day Hurricane, perché passato lungo le coste delle Keys proprio nel giorno del Labor Day.
All’estremità di lower Matekumbe Key, dove c’è Anne’s beach, si può davvero inaugurare lo show delle Keys. Qui inizia un lungo ponte che conduce a Marathon Island, passando per Long Key e il Curry Hammock State Park. A ridosso di Anne’s beach è possibile parcheggiare l’auto e percorrere a piedi il ponte pedonale che viaggia parallelo a quello per le auto. Approfittatene per una sosta fotografica!
Marathon Island non è per niente male. Abbondano porticcioli, negozi di souvenir e anche qui alcuni visitors center sulla fauna e natura del posto, come il noto ospedale delle tartarughe. Sono tantissime anche le stradine residenziali che terminano sul mare.
Icona del posto è la famosa Sombrero beach, per la quale è necessaria una piccola deviazione rispetto al percorso della US1. Ma si tratta di pochi minuti e ne vale davvero la pena, soprattutto se vi capita di trovarla non affollata come è successo a me.
Una spiaggia perfetta se volevete fermarvi a fare un bagno, ma se avrete un altro po’ di pazienza, raggiungerete in breve il Bahia Honda State Park sull’omonima isola, che si raggiunge dopo aver attraversato il Seven Mile bridge.
Questo ponte lungo circa 7 miglia (da qui il nome) è non solo una delle icone panoramiche delle Keys, ma anche un luogo storico in quanto fu utilizzato per il trasporto ferroviario fino all’uragano del 1935. Quello che attualmente si percorre in auto è un ponte costruito parallelamente alla fine degli anni 70, ma quello antico è ancora presente ed è utilizzato per pedoni e ciclisti.
Bahia Honda è perfetta per un bagno ricostituente nelle acque cristalline dei caraibi. Inoltre sono tante le escursioni e i sentieri da percorrere nel parco che di fatto si estende su tutta l’isola.
Da qui in poi si parla di Lower Keys e fino a Key West il passaggio da un’isola all’altra è molto veloce, perché tutte molto piccole quasi attaccate l’una all’altra. Gran parte delle isole che formano l’arcipelago sono tutte in quest’ultimo tratto.
Big Pine Key è la sosta perfetta per mangiare qualcosa. Se siete partiti da Florida City all’alba, considerando le varie soste, vi dovreste trovare a Big Pine circa all’ora di pranzo.
Il luogo che vi consiglio per la sosta food non è per nulla visibile dalla strada che state percorrendo. Bisogna deviare una volta giunti a Big Pine, in direzione No Name Key e poco prima di raggiungerla troverete tra gli alberi il No Name Pub. Se siete fortunati vedrete anche qualche cervo nell’attraversamento del National Key Deer Refuge.
A parte la bontà del cibo, il No Name Pub è davvero particolare. L’interno è interamente cosparso di dollari attaccati alle pareti, che ogni passante ha lasciato lì mettendoci la propria firma, frase o dedica. I prezzi sono onesti, in linea con qualsiasi pub americano. Se d’estate trovate la porta chiusa non esitate a aprirla, la tengono così per non far entrare l’aria troppo calda esterna.
Una volta lasciata Big Pine Key, circa 50 km vi separano da Key West. L’ultimo tratto lungo le Lower Keys è quasi sempre su ponti panoramici circondati dal mare, intervallati dai veloci passaggi sull’isola di turno, dove il pretesto per una sosta foto non è mai sbagliato.
Key West
L’ingresso a Key West è annunciato dal lungomare, dove sembra di ritrovarsi in una piccola Miami. Ma è solo un’impressione, perché la cittadina è un vero e proprio borgo coloniale sul mare.
Nonostante sia un luogo che ha fatto del turismo la sua risorsa primaria, resta poco confusionario nella sua totalità e poco invaso dal cemento. Le costruzioni sono tutte basse e sembrano spuntare dal verde che invade in lungo e in largo l’isola.
Va visitata tutta, godendosi il piacere di passeggiare a qualsiasi ora tra le sue stradine, dove spesso si incontrano galline e galli.
Tra le attrazioni più importanti sicuramente c’è la casa di Hemingway, la famosa Duval street dove assaggiare un’ottima Key Lime pie, il Southernmost Point degli USA e Mallory Square park, dove si assiste ad uno dei tramonti più belli al mondo.
Il motivo per cui consiglio più giorni per visitare le Keys è dovuto non solo al poter affrontare l’intero percorso con calma, ma anche perché da Key West è possibile ogni mattina prendere il traghetto Yankee Freedom che porta a Dry Tortugas National Park. Un’isola caraibica paradisiaca che vale davvero la pena visitare.